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Ha ancora senso scrivere un blog nel 2025?

Non prendiamoci in giro, fermarsi oggi a scrivere (o leggere) un blog sembra quasi un atto di ribellione.

Un atto totalmente anacronistico.
Viviamo nell'epoca dei video brevi, dei messaggi rapidi e delle notifiche continue, dove il contenuto è  disegnato a misura per catturare l'attenzione in pochi secondi. I blog, con i loro articoli lunghi e riflessivi, appaiono un retaggio di un tempo passato, una scelta quasi fuori moda. Quasi.

Non a caso sono ancora qui. I blog. Da quando esiste "Internet".

Ogni giorno vengono pubblicati milioni di post, articoli e approfondimenti. Alcuni rimangono lì fruiti da poche o zero persone; altri invece riescono a lasciare il segno. Non è raro trovare articoli scritti anche venti anni fa ancora in cima alle classifiche delle pagine più visitate online.

Ma perchè? Chi legge ancora i blog? Chi li visita? E cosa spinge qualcuno, qualcuno tipo me, ad aprirne uno?

In questo post voglio esplorare e snocciolare il più possibile le ragioni, per cui scrivere e leggere blog a mio avviso ha ancora senso nel 2025. Alzo troppo l'asticella se vi dico che secondo me i blog, ancor di più oggi e domani, rispetto al passato, saranno i protagonisti? Forse sbaglio. Forse no.

Prima di addentrarmi nei vari punti che ho in mente penso abbia senso partire dallo stato attuale delle cose. Oggi, come avviene la comunicazione?

La Frenesia Comunicativa Moderna: Perdita Di Pazienza e Sovraccarico Informativo

Oggi siamo immersi in un flusso continuo di informazioni.  E' facile trovare online su vari siti ricerche con dati, numeri e grafici indicanti il tempo che ognuno di noi oramai spende online. Per online si intende tutto quello che richiede, ovviamente, una connessione. Senza andare ad elencare nel dettaglio quanto ho letto, posso dire che i numeri, tra i diversi studi consultati (sbizzarritevi su https://datareportal.com/reports ) sono in linea e consistenti. Li trovate di seguito.

Il tempo medio speso online è aumentato a circa 7 ore al giorno, con una grande porzione dedicata ai social media con 2 ore e 30 minuti di media di utilizzo. Se 7 ore vi sembrano tante immaginate quante volte durante una giornata prendete in mano il vostro smartphone anche solo per controllare l'ora. Automaticamente darete una controllatina pure ai vostri social, alle vostre mail alle vostre notifiche. 7 ore si fanno con un attimo.

Il dato medio di utilizzo social, a mio avviso, è quello più difficile da analizzare e commentare. Conosco persone che vivono, letteralmente, sui social. Altre persone che li usano sporadicamente (minoranza assoluta) altre invece che li utilizzano davanti alla tv, sui mezzi di trasporto o nel tempo libero. La raccolta dati nonostante gli sforzi degli analisti mi sembra essere veramente complessa (troppe variabili e campioni) e può non rappresentare in pieno le milioni di sfaccettature offerte dalle varie categorie di utenti. I nostri smartphone ci vengono in aiuto. Infatti, quasi tutti gli smartphone oramai tracciano l'utilizzo che facciamo del nostro tempo e quasi tutti sono in grado di fornirci statistiche e dati sul tempo di utilizzo. Invito chiunque a cercare tra le impostazioni del proprio smartphone la voce "Tempi di utilizzo" e controllare. Promettetemi di non spaventarvi.

Abbiamo appena parlato di quantità di tempo. Il punto è che non si tratta solo di quantità quanto soprattuto di qualità del tempo. Quest'ultima è quella ad essere cambiata. I contenuti fruibili tramite social (e non solo) stanno diventando sempre più brevi. Pensiamo ai big:

  • TikTok: Durata media dei video: 15-60 secondi.
  • Instagram Reels: Durata media dei video: 20-30 secondi.
  • You Tube shorts: Durata media dei video: 30-60 secondi.

Solo a leggere questi dettagli mi si sono alzati i battiti.

Perchè? Come ci si è arrivati?

  1. I numeri riportati sopra corrispondono ad una realtà: la nostra pazienza è diminuita.
  2. Velocità di comunicazione e pubblicità vanno a braccetto da decenni.
  3. Si è oramai insediata nel nostro quotidiano l'idea che la comunicazione e fruizione dei contenuti debba essere continua, martellante e rapida. Rapidissima a volte.
  4. I social sono come un enorme schermo con miliardi di pixel. Ogni pixel corrisponde ad un contenuto. Restringendo sempre più i contenuti ci saranno di conseguenza più pubblicità e messaggi da passare perchè ci sarà spazio per più contenuti. Riduciamo la dimensione dei pixel senza cambiare la dimensione del contenitore. Più spazio per tutti, più pubblicità, più trend e più annunci. Tutti felici, tranne noi.

Tornando ai numeri sopra, se avessi la possibilità di vedere nelle due ore di media che passo sui social un solo video su di una sola tematica mi sorbirei magari 2/3 annunci pubblicitari. Con contenuti da pochi secondi potrei guardarne circa 120-200 (..di contenuti nello stesso lasso di tempo).
Senza rendercene conto potremmo stare, ad esempio, 1 ora su IG a scrollare la qualunque, vedere 70 reels, esserci sorbiti passivamente o attivamente una trentina di annunci o inserzioni per renderci conto, immediatamente dopo, di quanto non ci sia rimasto nulla. Né in mano né in testa.

Ma chi ci guadagna da tutto questo? Qui stiamo andando in una direzione totalmente opposta a quello che è il senso del post. Non la approfondiremo. Posso solo dire che la risposta può essere data usando una delle massime più in voga oggi. Se è gratis il prodotto sei tu. Mi sembra chiaro che non siamo noi a guadagnarci.

Partiamo dal punto 1. La nostra pazienza e soglia dell'attenzione è drasticamente diminuita. Uno studio di Microsoft, Attention Span datato 2023, ha rivelato che l’attenzione media di un adulto è scesa a 8 secondi, rispetto ai 12 secondi del 2000. I giovani sono i più colpiti: il 65% degli utenti tra i 18 e i 24 anni afferma di abbandonare un contenuto se non cattura la loro attenzione nei primi 3 secondi.

Ma quello che più di tutti mi ha colpito è quello letto su Statista.com dove si è evidenziato come il 45% dei giovani tra i 18 e i 34 anni preferisce guardare gli highlights di una partita di calcio invece dell'intero evento. E se vi dicessi che questa tendenza sta rapidamente "attaccando" altri settori? A quanto pare su tiktok esistono vari profili specializzati nella "tramissione" di riassunti, cut e trailer di serie TV e Film in quanto molti utenti non hanno voglia di vederli per intero.

Per quel che riguarda la velocità di comunicazione potremmo orientare la conversazione in diverse direzioni. Potremmo parlare dei tecnicismi e di come avviene il "tutto" oppure soffermarci sul risultato finale. A cosa porta questa velocità comunicativa, questo incessante flusso di informazioni? Preferisco focalizzarmi su questo.

Per semplificare potremmo dire che la psicologia e/o studi affini hanno dimostrato che queste modalità di fruizione hanno come risultato/conseguenza:

  1. Riduzione della capacità di concentrazione: il multitasking digitale diminuisce la nostra capacita di focalizzarci su un singolo compito. Verissimo. Io lo vivo sia quando sono online o su qualche social ma anche quando sto facendo altro. Ammetto che nel tempo (non credo sia vincolato all'avanzare degli anni) mi sento meno in grado di rimanere concentrato su di un qualcosa rispetto al passato. Solo Percezione? Potrebbe. Penso anche che ogni volta che apro il telefono per fare una cosa mi ritrovo automaticamente a farne un altra. Mi capita di dimenticare, spesso, perchè ero entrato su IG. Magari volevo solo vedere un reel inviatomi da un amico e invece mi ritrovo a vedere un creator americano che costruisce a mano un bunker in Ohio e poi a vedere come si pulisce un obiettivo di una macchina fotografica e nel mentre mi compare l'annuncio di una pagina con articoli di cui non ho bisogno pero costano 99 centesimi quindi andiamo a vedere non si sa mai. Flusso incessante e martellante di input spesso non collegati tra di loro. Multitasking non solo riferito alle azioni ma anche alle tematiche. Dedicare ore ed ore nel nostro tempo ad attività di questo tipo ha inevitabilmente portato ad una riduzione della capacita di concentrazione. E' come se il nostro cervello si sia settato su un bisogno continuo di stimoli pluritematici. Si, siamo drogati e assuefatti a questi stimoli. Non riusciamo quindi a rimanere concentrati a lungo su una fruizione vecchio stampo ovvero lunga, articolata, approfondita e a tematica singola.
  2. Aumenta lo stress: l'overload informativo porta invevitabilmente ad incrementare stati ansiosi.  Il cervello umano (con tutte le variabili del caso!) ha una capacità limitata di elaborare informazioni. Quando si viene sommersi da dati diventa difficile distinguere cosa é importante (per noi!) e cosa non lo é. Soprattutto quando non abbiamo deciso noi di vedere quel contenuto ma ci é stato proposto. Siamo di fronte ad una situazione, sfido chiunque a negare il contrario, in cui la confusione mentale la fa da padrone insieme a quella sensazione di inadeguatezza e immobilizzazione/incapacità nel prendere decisioni. Se sommiamo il tutto si può facilmente creare il profilo perfetto per ritrovarci a vivere stati d’ansia. C’è poi il nostro amico Cortisolo, ormone dello stress, che aumenta a dismisura quando il corpo é in uno stato di allerta. L’overload informativo porta a questa condizione. Sovrastimolo e allerta costante dovuta al bombardamento costante di informazioni e input. Perché allerta? Perché non sempre gli input ed i contenuti sono belli. Possiamo ritrovarci in un video o post in cui si parla di tematiche "non belle" o poco affini al nostro target di fruizione in quel preciso momento. Volevo solo rilassarmi ed abbandonarmi ad uno scroll di cinque minuti sul divano. Ecco qui che escono reels sul degrado di alcune periferie di Milano oppure testimonianze sul livello di sicurezza inesistente di alcune città Italiane per i motivi noti ai più. Ma io volevo solo vedere cazzate e staccare il cervello! Non funziona così a quanto pare.
  3. Riduce la memoria a lungo termine: La memoria a lungo termine si forma quando il cervello elabora a fondo le informazioni associandole a esperienze o conoscenze esistenti. La comunicazione odierna, declinata per la maggior parte dei casi in Social network, favorisce una elaborazione superficiale. Consumiamo quotidianamente informazioni, senza il tempo necessario per riflettere o interiorizzarle. Banalizzando, impediamo al cervello di immagazzinare le informazioni dalla memoria a breve termine alla memoria a lungo termine. Tutto si riconduce come già detto alla capacità elaborativa del cervello in quanto l’overload informativo obbliga quest’ultimo ad elaborare troppe informazioni contemporaneamente. I social media e le informazioni/contenuti fruiti in questo modo agiscono come un’estensione della nostra memoria. Praticamente cerchiamo, di continuo, informazioni invece di ricordarle. Questo fenomeno, non so se propriamente o no, é chiamato effetto Google. L’effetto Google riduce la necessità di trattenere le informazioni poiché noi con il nostro cervello ci siamo abituati a delegare il lavoro di immagazzinamento a fonti esterne. Quindi la memoria a lungo termine non viene più stimolata.

Il Blog. Uno Spazio Dove Calma e Approfondimento Regnano Sovrani.

Dopo aver visto come avviene gran parte della comunicazione oggi torniamo alla domanda che fa da titolo a questo articolo.

Ha ancora senso scrivere un blog nel 2025?

Si. Per me é un grandissimo SI.

I blog rappresentano una risposta a tutta questa frenesia raccontata sopra. Il blog é uno spazio di riflessione dove il lettore può dedicare tempo e attenzione ad un argomento senza fretta e senza leggi invisibili dettate da algoritmi. Se entro su una pagina e decido di leggermi un articolo nessuno verrà a disturbarmi. Ad oggi la fruizione di informazioni tramite blog é l'antitesi alla fruizione tramite social raccontata prima. Il blog, vissuto da lettore o da scrittore, non é solo condivisione di informazioni ma soprattuto creazione di un'esperienza. A tutto tondo.

Prima discutevamo riguardo la qualità della comunicazione che si é abbassata drasticamente negli ultimi anni.

Ecco, il blog, a oggi é un antidoto alla superficialità.

Il blog é approfondimento.

Mentre un TikTok o un Reel fornisce una gratificazione immediata i blog offrono: Contesto, Narrazione Personale e Rilevanza.
In un articolo, in un contenuto pubblicato su di un blog, in genere (esistono anche blog con qualità prossima allo zero sia chiaro!) l'argomento trattato viene sviluppato in modo completo, con dati, riflessioni e analisi. Difficilmente si trovano articoli che non contengano al loro interno le esperienze e i punti di vista dell'autore. Queste esperienze portano a costruire un legame emotivo con i lettori e dall'altra parte a diventare dei veri e propri fan/sostenitori degli autori. Aspetteremo con ansia nuovi post e pubblicazioni di contenuti dai nostri blogger.

Avete visto? Aspetteremo.

Si, un blogger non può scrivere, per forza di cose, 15 articoli al giorno. Al contrario un influencer o un content creator (di qualsiasi content o tematica) volendo può propinarci moltissimi contenuti al giorno. Sulla qualità avete capito come la penso.
Un'altra caratteristica dei blog che adoro é la rilevanza nel tempo. In un mondo che va a 200 all'ora e con contenuti sparati alla velocità della luce e micro video post da 10 secondi l'idea che esistano degli articoli scritti anni fa che ancora scalano le classifiche di visualizzazione online, mi affascina.
Tutto scorre. Oggi pubblichiamo qualcosa e domani é già finita nell'oblio del traffico dati mondiale. Un blog con i suoi articoli é li. Come scritto su pietra.

Non vi trasmette calma tutto questo? A me si.

Come si può pretendere di sviscerare ed approfondire determinati argomenti guardando stories o leggendo post con immagini e "slogan"? Impossibile. Il blog é approfondimento e divulgazione di alta qualità. Ad oggi l'unica altra forma che ci si avvicina per qualità offerta sono i video su you tube. Nota bene, non gli shorts é! Pensiamo ad esempio alla finanza personale che la fa da padrone in questo blog. I contenuti sui social, soprattutto ultimamente visto che la finanza personale é un argomento di tendenza, provano a comunicare e a spiegare la qualunque. Ma come si può anche solo pensare di comunicare l'importanza degli investimenti passivi attraverso un reel? Non é divulgazione. Sono slogan. Gli slogan impressionano non insegnano.

Un blog può insegnare ed approfondire argomenti complessi e dedicargli la giusta attenzione che meritano. Possono essere forniti esempi pratici, tabelle, dati, numeri ed un innumerevole quantità di parole senza limite alcuno. Avete idea di quante persone sia riuscito ad ispirare, a livello globale, Mr. Money Mustache con il suo blog sul FIRE? Ci é riuscito con articoli lunghi dettagliati e pieni di dati, curiosità e punti di vista personali. Unici.

Non so voi ma a me la velocità, questo continuo bisogno di correre verso qualcosa anche nel tempo libero mi sta veramente stretta. Ne ho abbastanza. Leggere (e scrivere) un blog può essere considerato un atto di resistenza contro "questa" velocità. E' un momento per rallentare e riflettere. Facciamo lavorare questa benedetta memoria a lungo termine, ci fa bene!

Concediamoci del tempo.

Leggere un articolo in un blog richiede mediamente 7-10 minuti. Un impegno decisamente significativo rispetto ai contenuti di pochi secondi ai quali il nostro cervello é abituato. Approfondimento e qualità vanno di pari passo con un tempo di fruizione adeguato. Non penso che non abbiamo 10 minuti da dedicare alla lettura di un articolo. Penso invece che non riusciamo più a concepire l'idea che per recepire un contenuto dobbiamo impiegare tutto questo tempo. Dobbiamo essere ri-educati ad una fruizione lenta. I blog la faranno da padrone in questo processo. Ne sono convinto.

Adoro le metafore. Aiutano a comunicare quello che si pensa e si prova in maniera efficace.
Per me, scrivere o usufruire di contenuti tramite blog é come fare il caffè con la Moka.
Oggi non abbiamo tempo. O almeno crediamo di non averlo. Fatto sta che mettere la cialda o la capsula nella macchina del caffè è incredibilmente pratico, veloce ed il caffè è comunque buonissimo.
Però quando decido di farmi la Moka (soprattuto la Domenica) non esistono cialde cialdine o capsule che riescano a batterla. Non mi riferisco solo alla qualità del caffè. La Moka evoca ricordi. La Moka con la sua ritualità evoca emozioni. La Moka vuoi o non vuoi mi fa usare la memoria a lungo termine. La tiene in vita. Lo stesso riesce a fare una fruizione di contenuti tramite lettura.

Ora, tiriamo le somme.

Oggi, scrivere e leggere blog sembra essere una scelta, per ovvi motivi, contro corrente. Scrivere é un mio modo per rallentare, riflettere e costruire qualcosa di duraturo. Ne sono, al momento, molto geloso e mi auguro non finisca mai questa voglia che ho di farlo.

Un blog non é solo un mezzo per condividere informazioni: é un viaggio, un atto di autenticità, é passione, é approfondimento é una conversazione tra me e te che leggi. Può durare pochi minuti o due ore. Non ci sono vincoli. Non mi piacciono. La scrittura é libertà ai massimi livelli. Una libertà senza tempo che non sottostà alle leggi odierne date da qualche becero algoritmo.

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